O C C A S I O N I

P E R

C R E S C E R E

---------------------

 

L’A D A T T A M E N T O   D E I   P R O G R A M M I  

S C O L A S T I C I

in presenza di alunni stranieri con scarsa padronanza della lingua italiana

a cura di Annalisa Peloso

 

O C C A S I O N I   P E R   C R E S C E R E

materiali per la formazione e l’auto-formazione dei docenti

 

Questo è un semplice assemblaggio di buone idee e buone pratiche, ricavate da più fonti, alcune delle quali assai note, trattandosi di testi prodotti da studiosi, ricercatori, divulgatori tra i più qualificati ed attivi nel nostro paese, ed altre, senz’altro meno conosciute ma non per questo meno valide, confezionate dai diretti interessati, i docenti, che tutti i giorni si confrontano con la realtà della classe multiculturale e che quindi si trovano nella posizione più adatta a coniugare la riflessione con la pratica e a verificare la validità di ipotesi e strumenti.

 

“Occasioni per crescere” perché si tratta di percorsi destinati a produrre confronto di pensieri ed esperienze, strumenti operativi.

Utilizzabili in gruppi guidati o di auto-formazione, gli stimoli proposti prevedono la diretta partecipazione degli insegnanti, cui si chiede uno sforzo a volte lieve, quale può essere un sottile - ma sostanziale – spostamento dello sguardo, a volte più impegnativo, quando invece si è invitati a mettersi in gioco rispetto ai propri saperi, metodi, atteggiamenti professionali.

 

“Occasioni per crescere” è al contempo un gioco di parole: da una parte evidenzia una sequenza di occasioni agili e sintetiche, strutturate per fasi che si sviluppano verso la realizzazione dell’obiettivo  (l’adattamento dei programmi scolastici in presenza di alunni stranieri) e, dall’altra chiama in causa il concetto di crescita stessa.

Il piccolo fascicolo presentato, infatti, per dirsi davvero completo dovrà alla fine veder adattati e moltiplicati gli strumenti qui proposti, essersi arricchito grazie alle riflessioni ed interventi di tutto il gruppo, per poter poi contribuire alla crescita di altri.

 

La struttura in sequenza ordinata consente una visione iniziale d’insieme ed una discussione a gruppi riuniti[1].

La divisione in fasi è pensata come base di partenza per altrettante tappe di riflessione e produzione di gruppo, in cui utilizzare i rispettivi allegati esemplificativi e rimandi bibliografici. Questi ultimi, possono di volta in volta essere adattati alla tipologia del gruppo stesso ed agganciarsi ad esperienze locali significative.

 

La presentazione del materiale al gruppo si prevede possa avvenire in un incontro di circa tre ore.

Gli argomenti da trattare successivamente non debbono necessariamente comprendere tutti quelli presentati nelle 6 fasi, tuttavia si ritiene essenziale affrontare almeno:

§         La differenza tra la lingua di prima comunicazione e quella dello studio

§         La semplificazione dei testi

§         L’adozione di metodologie adatte alla classe multilivello

§         La valutazione

 

 

 

S I N T E S I   D E L   P E R C O R S O

I N   6   F A S I

P E R    L ‘ A D A T T A M E N T O   D E I   P R O G R A M M I

 

 

 

 

F A S E  1                                                                                    scolarità pregressa

                                                           FONTI ESTERNE                 progetto migrartorio

RACCOLTA PRELIMINARE                                                                       situazione esistenziale

DI INFORMAZIONI                                                  

SULL’ALUNNO                                OSSERVAZIONE DIRETTA                        a livello relazionale

 


rispetto alle competenze in L1, L2, disciplinari, personali                               

F A S E  2

                                                                                  uso di test/questionari

RILEVAZIONE DELLE COMPETENZE                  osservazioni sistematiche

IN ITALIANO                                                            

schede di rilevazione iniziali e in progress

 

F A S E  3

 

PROGETTAZIONE DEI PERCORSI                      conoscenza dei criteri di base 

DI APPRENDIMENTO IN CLASSE                        per progettare l’adattamento                   

E IN LABORATORIO

                                                                                  uso di schede per la programmazione

 

F A S E  4

                                                                                  criteri per la lingua dello studio

LA SEMPLIFICAZIONE DEI TESTI                        scelta del materiale

                                                                           conservazione dei prodotti

 

F A S E  5                                                                                                            lez.frontale

 

METODOLOGIE DI INSEGNAMENTO                 scelta della metodologia di volta

E APPRENDIMENTO NELLA CLASSE                 in volta più conveniente e dei

MULTILIVELLO                                                       materiali adatti                                 coop.l.

 

                                                                                                          tutoring

F A S E  6

                                               prove graduate legate all’adattamento

LA VALUTAZIONE                dei programmi

 

                                               criteri per la compliazione delle schede

                                               di valutazione e per gli esami finali

 

 

L’A D A T T A M E N T O   D E I   P R O G R A M M I  

S C O L A S T I C I

in presenza di alunni stranieri con scarsa padronanza della lingua italiana

 

 

 

F A S E  1

Raccolta preliminare di informazioni sull’alunno

 


scolarità pregressa

 

                   FONTI                                                      ATTORI

         Famiglia                                                                                           SEGRETERIA

            Mediatore                                                                                       

            Scuole italiane                                                                                COMMISSIONE

Servizi                                                                                              INTERCULTURA

            Schede descrittive

 

 

STRUMENTI

Colloqui

Schede di comunicazione in più lingue

Schede per la raccolta dati

 

v     Percorso migratorio

v     Situazione familiare

v     Progetto migratorio della famiglia

v     Lingua/e parlate in casa

v     Competenza in L1

Possibilità di frequentare ambienti italiani nell’extra-scuola

 

L’indagine preliminare ci aiuta a prevedere l’andamento degli apprendimenti

 

 

 

Di quali fattori tener conto?

 

§        DEL LIVELLO DI COMPETENZA  NELLA  LM (lingua materna)

 

§        DELL’ETA’ DI ARRIVO IN ITALIA

 

§        DEL PERIODO DI PERMANENZA NEL PAESE D’ORIGINE

 

§        DEL LIVELLO E DEL MODELLO DI SCOLARIZZAZIONE PRECEDENTE (in Italia o nel paese d’origine)

 

§        DI ALTRE COMPETENZE/CONOSCENZE OSSERVABILI

(ABILITA’ PERSONALI, ALTRE L2, ESPERIENZE SOCIALI…)

 

§        DELLA PERSONALITA’ DELL’ALUNNO e, con il tempo, DEL SUPERAMENTO DEL TRAUMA MIGRATORIO

 

§        Nei tempi e modi adeguati, DELLA SITUAZIONE DELLA FAMIGLIA, DELLE ASPETTATIVE VERSO IL FIGLIO E LA SCUOLA, DEL PROGETTO MIGRATORIO…

 

e di altri ancora, sui quali il docente può invece direttamente intervenire

 


DEL TIPO DI ACCOGLIENZA DELLA SCUOLA

 

DELLA QUANTITA’ DI INPUT IN L2

 

DELLA QUALITA’ DI INPUT IN L2 (COMPRENSIBILITA’, CORRETTEZZA, INFORMAZIONI)

 

DEL TIPO DI RELAZIONE SCUOLA/FAMIGLIA

 

 

 

Queste osservazioni preliminari consentiranno di conoscere il quadro iniziale per consentire una buona PROGRAMMAZIONE

 

 

ALLEGATI

E LETTURE SUGGERITE

PER IL LAVORO DI GRUPPO

 

FASE 1

 

 

Raccolta preliminare di informazioni sull’alunno

 

 

§        ESEMPI DI SCHEDE PER LA RACCOLTA DEI DATI INIZIALI, AD USO DELLE SEGRETERIE E DEI DOCENTI INCARICATI DEL COMPITO

 

§        SCHEDE DI COMUNICAZIONE SCUOLA/FAMIGLIA IN PIU’ LINGUE

 

§        SCHEDE DI DESCRIZIONE DEI PERCORSI SCOLASTICI DI ALCUNI PAESI STRANIERI

 

§        ESEMPI DI PROGETTI DI ACCOGLIENZA ATTUATI NELLE SCUOLE PIU’ PROSSIME AL LUOGO IN CUI SI SVOLGE LA FORMAZIONE (per favorire processi di rete)

 

§        Lettura da “Imparare l’italiano – imparare in italiano” a cura di Graziella Favaro, AA.VV., Come – Guerini e associati, 1999 Milano

Favaro: “La carta d’identità linguistica degli alunni neo-arrivati” e “Tutte le nostre lingue”, pagg. 42-45

 

 

F A S E  2

Rilevamento delle competenze nella L2

 

 


RILEVARE GLI ERRORI                                                                           ATTUARE STRATEGIE

SENZA ESPRIMERE GIUDIZI                                                                  DI INTERVENTO

NEGATIVI

 

 

v     USO DI TEST                                                                                 ESERCIZI MIRATI

v     OSSERVAZIONI SISTEMATICHE                                             VARIARE LE

METODOLOGIE

                                                           L’ERRORE PUO’ NASCERE DA

                                                           DIFFERENZE TRA LE LINGUE

                                                                 

 

quali apprendimenti nella LM?

 

 

 

LA PIENA PADRONANZA DELLA LINGUA MATERNA E’ FONDAMENTALE PER UNA BUONA ACQUISIZIONE DELLA L2


 

Rilevamento delle competenze nella L2

 

 

SI CRESCE NELLE DISCIPLINE  MENTRE SI CRESCE IN LINGUA

 

 

LIVELLO 0 – nessuna conoscenza o molto limitata

- dà risposte non verbali

 

viene riconosciuta come “FASE DEL SILENZIO E DELL’IMPLOSIONE”

è indispensabile PROPORRE IL LABORATORIO LINGUISTICO

 

 

 

LIVELLO 1 – comprensione di semplici messaggi e produzione di tipo telegrafico

-         comprende ma non parla autonomamente

-         comprende domande a risposta chiusa

-         comprende semplici consegne

-         produce espressioni di una sola parola (o poco più) “MIO” “BENE” “POSSO BAGNO” “NO CAPISCE”

 

 

viene riconosciuta come “FASE DELLA PRIMA COMUNICAZIONE”

PROPORRE ATTIVITA’ DI INTERAZIONE E COMUNICATIVE SOPRATTUTTO IN FORMA ORALE

 

 

 

 

LIVELLO 2 – competenza nella comprensione e nella produzione di frasi

 

-         comprende e produce frasi semplici

-         comprende e produce domande a risposta chiusa

 

 

Si riconosce la “FASE DELLA NARRAZIONE”

Sarà importante PROPORRE ATTIVITA’ DI COMPRENSIONE E DI PRODUZIONE STRUTTURATE, INTRODURRE UN LAVORO PIU’ SISTEMATICO SULLA LINGUA SCRITTA

 

 

LIVELLO 3 –  competenza nell’uso dei principali tempi verbali, nelle frasi subordinate, nei connettivi, buona conoscenza morfosintattica, conoscenza lessicale estesa

-         produce frasi con complementi

-         produce frasi subordinate

-         formula e risponde a domande aperte

-         produce enunciati complessi

 

 

 

 

FASE DELL’INTEGRAZIONE

PROPORRE PERCORSI INDIVIDUALIZZATI DI STUDIO E APPROCCIO ALLE DISCIPLINE IN MODO GRADUALE, A PARTIRE DALLE CONOSCENZE PREGRESSE ANCHE NEL PAESE D’ORIGINE

 

 

ALLEGATI

E LETTURE SUGGERITE

PER IL LAVORO DI GRUPPO

 

 

 

FASE 2

 

 

Rilevamento delle competenze nella L2

 

 

 

§        Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:

“Un giorno in clase è arrivato… Karim. La scuola di fronte a nuovi bisogni didattici” Graziella favaro, pagg. 11-20

 

§        Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:

“Che cosa significa apprendere e insegnare una seconda lingua?” Gabriele Pallotti, pagg. 49-75 e “Il rapporto tra lingua materna e lingua seconda”, pagg. 75-80

 

§        SCHEDA DI RILEVAZIONE DEL COMPORTAMENTO LINGUISTICO E RELAZIONALE – ad uso degli insegnanti che hanno bambini stranieri in classe – Francesca Della Puppa – scaricabile dal sito di Alias

 

§        PROVE DI INGRESSO PER RILEVARE LE COMPETENZE IN ITALIANO - PER BAMBINI E PER ADOLESCENTI/ADULTI - GRAZIELLA FAVARO

 

 

F A S E  3

 

 

Progettazione del percorso di apprendimento

in classe e nel laboratorio

 

 

 

SE SIAMO NEL LIVELLO    0 - 1

LINGUA DELLA COMUNICAZIONE

 

 

 

 

Creare situazioni in cui sia favorito l’approccio

 

ORALE E CONTESTUALIZZATO (lingua del qui ed ora)

PER

 

Stabilire il contatto

 

 

Superare le barriere comunicative iniziali

e la fase del silenzio

 

Esprimere bisogni e richieste

         Capire ordini e    indicazioni

                  

 

                                              

FASI DI APPRENDIMENTO

Max due anni

 

 

1. ASCOLTO E PARLATO      2. LEGGERE E SCRIVERE

(per passare da testi e messaggi di tipo personale, a testi di tipo informativo-narrativo)

 

 

 

QUALI ATTENZIONI DIDATTICHE?

 

 

v    L’ACCOGLIENZA E LA FIDUCIA DEL DOCENTE NEL PERCORSO DI APPRENDIMENTO SONO FONDAMENTALI

 

v    NON BASTA L’ACCETTAZIONE: E’ NECESSARIO ANCHE STRUTTURARE LA LEZIONE ED AVERE ATTENZIONE ALLE MODALITA’ COMUNICATIVE

 

v    E’ IMPORTANTE CHE TUTTI I DOCENTI SI SENTANO COINVOLTI NEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO DEGLI ALUNNI STRANIERI

 

 

ORGANIZZAZIONE DELLA LEZIONE

     Momenti di attenzione lessicale e comunicativa 

 

Sviluppare forme di cooperative learning durante il lavoro in classe    

 

MODALITA’ COMUNICATIVE VERSO GLI ALUNNI STRANIERI          

1.     Parlare in modo rallentato,

accentuando le parole chiave

2.     Usare enunciati brevi, con struttura

SVO (sogg., verbo, oggetto)

3.     Usare termini lessicali

ad alta frequenza (nomi, verbi)

4.     Chiedere conferma che si stia

seguendo o capendo il ns. messaggio

(l’alunno vede che l’ins. tiene conto della sua presenza in classe)

5.     Ripetizione del lessico e dei concetti presentati (ridondanza)

 

 

v     MATERIALI ADEGUATI AL CONTESTO COMUNICATIVO-DIDATTICO

Manuali

Materiale grigio

Sussidi audio- video- informatici diversificati

 

 

 

 

Progettazione del percorso di apprendimento

in classe e nel laboratorio

 

 

 

SE SIAMO NEL LIVELLO    2  -  3

LINGUA DELLO STUDIO

 

 

 

 

si apprende la lingua astratta delle discipline

 

E’ UN SALTO QUALITATIVO MOLTO IMPORTANTE

VA FORTEMENTE AIUTATO, SOSTENUTO, ACCOMPAGNATO

 

 

RICHIEDE TEMPI LUNGHI E INTERVENTI DIDATTICI MIRATI

(max 5-7 anni)

 

 

Per apprendere una disciplina occorre:

-      aver acquisito la capacità di RAGIONARE in L2

il possesso del linguaggio specifico

 

 

QUI SI GIOCA IL SUCCESSO SCOLASTICO

È importante quindi lavorare
SULLA LINGUA

SUI TESTI

SUI PROCESSI COGNITIVI

 

 

 

PRESTARE   ATTENZIONE   A

 

AMPLIAMENTO DEL LESSICO

All’alunno straniero viene chiesto di recuperare ciò che i coetanei autoctoni hanno sviluppato in anni

PENSIERO

ALFABETIZZATO

È un  aspetto cognitivo legato all’apprendimento del processo della scrittura

COMPRENSIBILITA’

DEI TESTI SCRITTI

Come renderli comprensibili

 

 

 

 

 

Un alunno straniero può parlare un italiano

fluente ma avere grossi limiti nel pensiero

alfabetizzato se ha avuto un’alfabetizzazione

parziale o superficiale

 

 

 

 

 

 

 

 

“SI IMPARA SOLO QUELLO CHE SI CAPISCE”

 

 

Sarà opportuno, durante la fase dell’apprendimento della lingua dello studio, semplificare i testi delle lezioni da studiare ed incoraggiare il confronto con i testi in lingua d’origine, anche con l’aiuto del Mediatore Linguistico Culturale

 

 

ALLEGATI

E LETTURE SUGGERITE

PER IL LAVORO DI GRUPPO

 

FASE 3

 

 

Progettazione del percorso di apprendimento in classe e in laboratorio

 

§        Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:

“Chi insegna l’italiano L2: modalità diverse di organizzazione delle scuole” Graziella Favaro, pagg. 36-37

 

§        Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:

“Diversi tipi di educazione linguistica” GABRIELE PALLOTTI, pagg. 84-86

 

§        Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:

“Approcci metodologici diversi” GRAZIELLA FAVARO, pag.93-102

 

§        Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:

“Un metodo composito” GRAZIELLA FAVARO, pagg. 104-110 e “Come leggere i progressi in L2”, pagg. 111-119

 

§        ESEMPI DA CUI SI POSSONO RICAVARE IDEE PER REGISTRI PERSONALI DEGLI ALUNNI STRANIERI

 

§        ESEMPI DI ADATTAMENTO DEI PROGRAMMI PER OBIETTIVI MINIMI


F A S E  4

 

 

 

LA SEMPLIFICAZIONE DEI TESTI

 

§        PIU’ UNA FRASE E’ LUNGA E PIU’ E’ DI DIFFICILE COMPRENSIONE

§        LA SEMPLIFICAZIONE E’ UNO STRUMENTO PER AVVICINARE L’ ALUNNO ALLA MATERIA DI STUDIO E AL MANUALE

 

 

 

 

A COSA FARE ATTENZIONE

 

1.     le informazioni sono ordinate in senso logico e cronologico

2.     le frasi sono brevi (20-25) e gli articoli non superano in media le 100 parole

3.     si usano quasi esclusivamente frasi coordinate

4.     nella scelta delle parole si utilizza solo il vocabolario di base e si fornisce la spiegazione delle parole che rientrano in esso

5.     le parole chiave vengono ripetute, evitando i sinonimi e facendo un uso molto limitato dei pronomi

6.     nella costruzione sintattica della frase si rispetta l’ordine SVO (sogg., verbo, oggetto)

7.     i verbi vengono per lo più usati nei modi finiti  e nella forma attiva

8.     si evitano le personificazioni, ad es. “il Senato” diventa “i Senatori”

9.     non si usano le forme impersonali

10.                        il titolo e le immagini sono usati come rinforzo per la comprensione del testo

(équipe del prof. Tullio De Mauro - Università La Sapienza, Roma)

 

 

 

 R A T T A R E   I   T E S T I

N O R M A L M E N T E   I N   U S O

P E R    L E    D I S C I P L I N E

 

 

COME FARE?

 

ATTENZIONE   A:

 

§                    SCELTE LESSICALI: le parole sconosciute/difficili che risultano inessenziali potranno essere cassate col correttore e sostituite con termini sinonimici più semplici scritti a mano

 

§                    SCELTE SINTATTICHE: frasi costruite in modo troppo complesso possono essere “cerchiate” e riformulate a margine (oppure cassate col correttore e riscritte)

 

§                   Incisi superflui possono essere eliminati

 

 

§                    CONTENUTO INFORMATIVO: i passi che rinviano ad elementi o nessi impliciti possono essere segnalati a margine e gli opportuni raccordi possono essere esplicitati a pie’ pagina

 

§                    STRUTTURA INFORMATIVA: le informazioni che si ritengono superflue possono essere cassate, viceversa quelle che si ritengono rilevanti possono essere evidenziate con sottolineature

 

 

§                    STRUTTURA ARCHITETTONICA: la gerarchia di connessioni tra le informazioni basilari del testo può essere evidenziata allegando un sintetico schema grafico strutturato per parole chiave e linee di collegamento (da Baldacci M., 1993, L’istruzione individualizzata, Firenze, La Nuova Italia)


ALLEGATI

E LETTURE SUGGERITE

PER IL LAVORO DI GRUPPO

 

 FASE 4

 

 

La semplificazione dei testi

 

 

 

 

§        ESEMPI DI TESTI SEMPLIFICATI (DALLA collana KOINE’ DELLA MURSIA – DAL CENTRO COME – DALL’IPRASE DI TRENTO - DA MATERIALE  PRODOTTO DALLE SCUOLE …)

 

§        VARIO MATERIALE DIDATTICO IN VERTICALE, PER ESERCITARSI SULLA SEMPLIFICAZIONE DEI TESTI

 

§        Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:

“Come sviluppare le abilità di lettura e comprensione dei testi in L2” PAOLA ELLERO, pagg. 126-134

 

F A S E  5

 

 

 

 

LE METODOLOGIE DI INSEGNAMENTO E DI APPRENDIMENTO

 

 

 

 

In presenza di allievi eterogenei per età, per classe di provenienza, per i prerequisiti di cui sono in possesso, per l’uso della lingua e le motivazioni ad apprenderla, l’insegnante ha convenienza a predisporre e gestire diversi modi di conduzione e organizzazione della classe, che rispondano ai diversi obiettivi che vuol far conseguire agli alunni

 

 

 

 

UTILIZZARE UN “APPROCCIO METODOLOGICO INTEGRATO”

con tecniche di insegnamento e di apprendimento diversificate

 

 

LA LEZIONE FRONTALE  FACILITATA

 

 

L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO

 

 

IL TUTORING

 

 

ALLEGATI

E LETTURE SUGGERITE

PER IL LAVORO DI GRUPPO

 

 FASE 5

 

Le metodologie di insegnamento e di apprendimento

 

 

 

 

§        Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:

 “Se faccio capisco… indicazioni e suggerimenti a partire da un’esperienza didattica” ANGELA MASTROMARCO, pagg. 137-156

e

“Insegnare l’italiano agli alunni cinesi. L’esperienza della scuola media “Panzini” di Milano” PAOLA RUSSOMANDO, pagg. 156-170

 

§        DISCUSSIONE E CONFRONTO SUI DIVERSI APPROCCI METODOLOGICI PER FAVORIRE L’APPRENDIMENTO INDIVIDUALIZZATO, ADOTTATI DAI DOCENTI DEL GRUPPO: SUCCESSI E NODI CRITICI

 

 

 

 

F A S E  6

La valutazione  

 

 

Mumble mumble: ho fatto lo screening iniziale,
ho adottato le metodologie  più all’avanguardia,
ho semplificato i testi …

 

 
LA NORMATIVA DICE CHE

 

SI DEVE INSEGNARE L’ITALIANO

 

 

occorre personalizzare              L’ALUNNO STRANIERO VA INTRODOTTO

I PROGRAMMI                                          NELLA “NORMALITA’ DELLA CLASSE”                  

 

 

LA VALUTAZIONE VA FATTA                NO ALLA SCUOLA PARALLELA, NO ALLE   

IN BASE A QUESTI PROGRAMMI,       CLASSI SEPARATE, NO ALLE PROVE

NON SECONDO LO STANDARD           DIFFERENZIATE

DELLA CLASSE

 

 

Quindi, per un periodo congruo,

SI ALLA GRADUALITA’ DELLE PROVE

SI ALLA RIDUZIONE DEGLI OBIETTIVI

SI ALLA DILUIZIONE DEI TEMPI

SI ALLA RIDUZIONE DEI CONTENUTI

(meglio poche cose, ma dette in un italiano elaborato personalmente)

 

 

ALLEGATI

E LETTURE SUGGERITE

PER IL LAVORO DI GRUPPO

 

 

FASE 6

 

 

La valutazione

 

 

 

ALUNNI STRANIERI: COME ORIENTARSI NELLA VALUTAZIONE?

Proposte ed individuazione di criteri nella scuola di base.

 

Il gruppo di lavoro della RETE "integrazione alunni stranieri" di Treviso si è confrontato sul tema della valutazione e propone all'attenzione dei Dirigenti Scolastici e dei Docenti delle scuole che vi aderiscono un documento di sintesi, allo scopo di fornire un supporto orientativo.

Gli operatori della scuola sono consapevoli che quanto ricavato dalla normativa costituisce una risorsa. La lettura del documento nelle scuole e il dibattito può rappresentare una forma di condivisione di criteri e strumenti.

I principali riferimenti normativi.

C.M.

08/09/89

n.° 301

 

programmazione

La programmazione didattica è fattore determinante nelle attività di insegnamento. Ove nella classe siano presenti alunni appartenenti a  diversa etnia, la programmazione didattica generale sarà integrata con progetti specifici che disegnino percorsi individuali di apprendimento, definiti sulla base delle condizioni di partenza e degli obiettivi che si ritiene possano essere conseguiti da ciascuno di quegli alunni.

C.M.

26/07/90

n.° 205

strategie

 

Si impiegheranno pertanto le opportune strategie (es. formazione di gruppi, laboratori) e le risorse disponibili per colmare quel divario (cfr. supra= insufficiente padronanza della lingua italiana) con interventi specifici di consolidamento linguistico, in un clima di apertura interculturale.

C.M.

2/03/94

n.° 73

la qualità del progetto

 

 

 

 

la valutazione

 

L'insegnamento linguistico, peraltro, richiede una progettazione didattica specifica in relazione alle singole situazioni di bilinguismo nel contesto dei programmi di educazione linguistica rivolti alla totalità degli alunni.

 

Anche il nuovo sistema di valutazione della scuola elementare rivolge particolare attenzione agli interventi individualizzati i quali debbono incidere positivamente sulle condizioni che possono favorire o facilitare i processi di apprendimento adeguati per tutti gli alunni (O.M. 2.08.93 n.° 236). Per la scuola media, ' scuola di tutti e di ciascuno', valgono le indicazioni sulla individualizzazione degli itinerari di apprendimento presenti nella Premessa generale dei programmi di insegnamento e sulla possibilità di prevedere (…) attività di integrazione. 

D.P.R. 394

31/08/99

art.45,4

 

 

offerta formativa

e

 alunni stranieri

Il collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni per facilitare l'apprendimento della lingua italiana (…).  Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzata altresì mediante l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti, anche nell'ambito delle attività aggiuntive di insegnamento per l'arricchimento dell'offerta formativa.

valutazione RETE

 

Sulla base di quanto programmato, nella VALUTAZIONE:

 

 

 

i team

e

i consigli di classe   considerano4

 

·     la  SITUAZIONE di PARTENZA

·      le OSSERVAZIONI SISTEMATICHE sull'alunno operate dagli insegnanti di classe (scuola elementare)

·     i giudizi analitici per disciplina e le valutazioni espresse nel corso dell'anno sul LIVELLO GLOBALE di MATURAZIONE, con riguardo anche ad attitudini e capacità dimostrate  (scuola media)

·     la VERIFICA dei PROGRESSI OTTENUTI rispetto alla situazione di partenza

·     il CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI MINIMI PREVISTI DALLA PROGRAMMAZIONE INDIVIDUALIZZATA.

 

 

 

 

In riferimento alla definizione dei criteri delle prove d'esame di licenza media e per la conduzione del colloquio relativamente ad alunni stranieri destinatari di percorsi di apprendimento individualizzati:

 

 

 

 

il collegio

dei docenti

propone  di  4

 

·     indicare criteri di valutazione delle prove coerenti con gli obiettivi minimi fissati nelle programmazioni individualizzate

·     somministrare prove ad incremento progressivo di difficoltà

·     condurre il colloquio d'esame tenendo conto del percorso svolto in attività di laboratorio linguistico, progetti specifici di facilitazione dell'apprendimento e ogni altra attività integrativa del curricolo.

 

 

 

 

 

 

valutazione RETE  23/05/02

Sulla base di quanto previsto dall'O.M. n.° 90 del 21/05/2001, la cui validità è stata ribadita dalla O.M. n.° 56 del 23/05/2002,

i consigli di classe prendono in considerazione i seguenti aspetti 6

 

 

 

·     il giudizio finale tiene conto dei giudizi analitici per disciplina e delle valutazioni espresse nel corso dell'anno sul livello globale di maturazione, con riguardo anche alle capacità e attitudini dimostrate (art.9, 3)

·     è data facoltà di formulare tracce diverse per  ciascuna classe terza, su proposta motivata dei rispettivi professori ed approvata dalla commissione nella seduta preliminare (art.9,31)

·     inoltre i consigli di classe sono tenuti a considerare l'indispensabile coerenza tra l'itinerario didattico percorso e lo sbocco finale nell'esame di licenza (art.11,1)

·      gli esami  di idoneità e di licenza di scuola media non sono validi se manchi anche una sola delle prove scritte o il colloquio pluridisciplinare. Negli esami di idoneità o di licenza media le prove scritte non hanno carattere eliminatorio rispetto alle prove orali (art. 11,5).

 

 

 

Si rammenta in questo contesto quanto stabilito da J. CUMMINS e ripreso nei suoi studi da G. FAVARO: l'alunno non italofono impiega fino a due anni per superare le difficoltà legate alla lingua per la comunicazione interpersonale (BICS=Basic Interpersonal Communications Skills, abilità comunicative interpersonali di base) mentre l'apprendimento della lingua accademica  dello studio e dei concetti richiederebbe fino a 5 anni (CALP= Cognitive Academic Language Proficiency= abilità linguistica cognitivo-accademica).

Cfr. AA.VV., Imparare l'italiano, imparare in italiano, a cura di G. Favaro, Milano, Guerini ed, 1999, p. 27 sgg.

 

 

 

valutazione RETE  23/05/02

 

 

UN RINGRAZIAMENTO ALLA RETE "integrazione alunni stranieri" di Treviso PER AVER CONCESSO LA RIPRODUZIONE DEL MATERIALE



[1] Per i lavori di gruppo, tra le numerose pubblicazioni a disposizione, si è scelto di citare, per comodità d’uso, un unico testo “Imparare l’italiano – imparare in italiano” a cura di Graziella Favaro, AA.VV., Come – Guerini e associati, 1999 Milano – che per l’ampio ventaglio di tematiche affrontate, ben si presta all’obiettivo. Le altre fonti consigliate sono facilmente reperibili, a volte già in uso nelle stesse scuole.