O C C A S I O N I
P E R
C R E S C E R E
---------------------
LA
D A T T A M E N T O D E I P R O G R A M M I
S C O L A S T I C I
in presenza di alunni stranieri con scarsa
padronanza della lingua italiana
a cura di Annalisa
Peloso
O C C
A S I O N I P E R C R E S C E R E
materiali
per la formazione e lauto-formazione dei docenti
Questo è un semplice
assemblaggio di buone idee e buone pratiche, ricavate da più fonti, alcune delle quali
assai note, trattandosi di testi prodotti da studiosi, ricercatori, divulgatori tra i più
qualificati ed attivi nel nostro paese, ed altre, senzaltro meno conosciute ma non
per questo meno valide, confezionate dai diretti interessati, i docenti, che tutti i
giorni si confrontano con la realtà della classe multiculturale e che quindi si trovano
nella posizione più adatta a coniugare la riflessione con la pratica e a verificare la
validità di ipotesi e strumenti.
Occasioni per
crescere perché si tratta di percorsi destinati a produrre confronto di pensieri ed
esperienze, strumenti operativi.
Utilizzabili in gruppi
guidati o di auto-formazione, gli stimoli proposti prevedono la diretta partecipazione
degli insegnanti, cui si chiede uno sforzo a volte lieve, quale può essere un sottile -
ma sostanziale spostamento dello sguardo, a volte più impegnativo, quando invece
si è invitati a mettersi in gioco rispetto ai propri saperi, metodi, atteggiamenti
professionali.
Occasioni per
crescere è al contempo un gioco di parole: da una parte evidenzia una sequenza di
occasioni agili e sintetiche, strutturate per fasi che si sviluppano verso la
realizzazione dellobiettivo (ladattamento
dei programmi scolastici in presenza di alunni stranieri) e, dallaltra chiama in
causa il concetto di crescita stessa.
Il piccolo fascicolo
presentato, infatti, per dirsi davvero completo dovrà alla fine veder adattati e
moltiplicati gli strumenti qui proposti, essersi arricchito grazie alle riflessioni ed
interventi di tutto il gruppo, per poter poi contribuire alla crescita di altri.
La struttura in sequenza
ordinata consente una visione iniziale dinsieme ed una discussione a gruppi riuniti[1].
La divisione in fasi è
pensata come base di partenza per altrettante tappe di riflessione e produzione di gruppo,
in cui utilizzare i rispettivi allegati esemplificativi e rimandi bibliografici. Questi
ultimi, possono di volta in volta essere adattati alla tipologia del gruppo stesso ed
agganciarsi ad esperienze locali significative.
La presentazione del
materiale al gruppo si prevede possa avvenire in un incontro di circa tre ore.
Gli argomenti da trattare
successivamente non debbono necessariamente comprendere tutti quelli presentati nelle 6
fasi, tuttavia si ritiene essenziale affrontare almeno:
§ La differenza tra la
lingua di prima comunicazione e quella dello studio
§ La semplificazione dei
testi
§ Ladozione di
metodologie adatte alla classe multilivello
§ La valutazione
S I N T E S I D E L
P E R C O R S O
I N
6 F A S I
P E R
L A D A T T A M E N T O D
E I P R O G R A M M I
F A S E 1
scolarità pregressa
FONTI ESTERNE
progetto migrartorio
RACCOLTA PRELIMINARE
situazione esistenziale
DI
INFORMAZIONI
SULLALUNNO
OSSERVAZIONE DIRETTA
a livello relazionale
rispetto alle competenze in L1, L2,
disciplinari, personali
F A S E 2
uso di test/questionari
RILEVAZIONE
DELLE COMPETENZE
osservazioni sistematiche
IN
ITALIANO
schede di rilevazione
iniziali e in progress
F A S E 3
PROGETTAZIONE
DEI PERCORSI
conoscenza dei criteri di base
DI APPRENDIMENTO IN CLASSE
per progettare ladattamento
E IN
LABORATORIO
uso di schede per la
programmazione
F A S E 4
criteri per la lingua dello studio
LA
SEMPLIFICAZIONE DEI TESTI
scelta del materiale
conservazione dei prodotti
F A S E 5
lez.frontale
METODOLOGIE
DI INSEGNAMENTO
scelta della metodologia di volta
E
APPRENDIMENTO NELLA CLASSE
in volta più conveniente e dei
MULTILIVELLO
materiali adatti
coop.l.
tutoring
F A S E 6
prove graduate legate alladattamento
LA
VALUTAZIONE
dei programmi
criteri per la compliazione delle schede
di valutazione e per gli esami finali
LA D A T T A M
E N T O D E I P R O G R A M M I
S C O L A S T I C I
in presenza di alunni stranieri con scarsa
padronanza della lingua italiana
F A S E 1
Raccolta preliminare
di informazioni sullalunno |
scolarità pregressa
FONTI
ATTORI
Famiglia
SEGRETERIA
Mediatore
Scuole italiane
COMMISSIONE
Servizi
INTERCULTURA
Schede descrittive
Colloqui
Schede di comunicazione in più lingue
Schede per la raccolta dati
v Percorso migratorio v Situazione familiare v Progetto migratorio della famiglia v Lingua/e parlate in casa v Competenza in L1 Possibilità di frequentare ambienti italiani
nellextra-scuola |
Lindagine preliminare ci aiuta a prevedere landamento degli
apprendimenti |
§ DEL LIVELLO DI COMPETENZA NELLA LM (lingua materna)
§ DELLETA DI ARRIVO IN ITALIA
§ DEL PERIODO DI PERMANENZA NEL PAESE DORIGINE
§ DEL LIVELLO E DEL MODELLO DI SCOLARIZZAZIONE PRECEDENTE (in Italia o nel paese dorigine)
§ DI ALTRE COMPETENZE/CONOSCENZE OSSERVABILI
(ABILITA
PERSONALI, ALTRE L2, ESPERIENZE SOCIALI
)
§ DELLA PERSONALITA DELLALUNNO e, con il tempo, DEL
SUPERAMENTO DEL TRAUMA MIGRATORIO
§ Nei tempi e modi adeguati, DELLA SITUAZIONE DELLA FAMIGLIA, DELLE
ASPETTATIVE VERSO IL FIGLIO E LA SCUOLA, DEL PROGETTO MIGRATORIO
e di altri ancora, sui quali il docente può invece direttamente
intervenire
DEL
TIPO DI ACCOGLIENZA DELLA SCUOLA
DELLA
QUANTITA DI INPUT IN L2
DELLA QUALITA DI INPUT IN L2 (COMPRENSIBILITA,
CORRETTEZZA, INFORMAZIONI)
DEL TIPO DI RELAZIONE SCUOLA/FAMIGLIA
Queste
osservazioni preliminari consentiranno di conoscere il quadro iniziale per consentire una
buona PROGRAMMAZIONE
FASE 1
Raccolta preliminare di informazioni
sullalunno |
§ ESEMPI DI SCHEDE PER LA RACCOLTA DEI DATI INIZIALI, AD USO DELLE
SEGRETERIE E DEI DOCENTI INCARICATI DEL COMPITO
§ SCHEDE DI COMUNICAZIONE SCUOLA/FAMIGLIA IN PIU LINGUE
§ SCHEDE DI DESCRIZIONE DEI PERCORSI SCOLASTICI DI ALCUNI PAESI
STRANIERI
§ ESEMPI DI PROGETTI DI ACCOGLIENZA ATTUATI NELLE SCUOLE PIU
PROSSIME AL LUOGO IN CUI SI SVOLGE LA FORMAZIONE (per favorire processi di rete)
§ Lettura da Imparare litaliano imparare in
italiano a cura di Graziella Favaro, AA.VV., Come Guerini e associati, 1999
Milano
Favaro: La carta didentità linguistica degli alunni
neo-arrivati e Tutte le nostre lingue, pagg. 42-45
F A S E 2
Rilevamento
delle competenze nella L2
|
RILEVARE
GLI ERRORI
ATTUARE STRATEGIE
SENZA
ESPRIMERE GIUDIZI
DI INTERVENTO
NEGATIVI
v OSSERVAZIONI SISTEMATICHE
VARIARE LE
METODOLOGIE
DIFFERENZE TRA LE LINGUE
quali
apprendimenti nella LM? |
LA
PIENA PADRONANZA DELLA LINGUA MATERNA E FONDAMENTALE PER UNA BUONA ACQUISIZIONE
DELLA L2
Rilevamento delle
competenze nella L2 |
SI CRESCE NELLE
DISCIPLINE MENTRE SI CRESCE IN LINGUA |
LIVELLO
0 nessuna conoscenza o molto limitata
- dà
risposte non verbali
viene
riconosciuta come FASE DEL SILENZIO E DELLIMPLOSIONE
è
indispensabile PROPORRE IL LABORATORIO LINGUISTICO
LIVELLO
1 comprensione di semplici messaggi e produzione di tipo telegrafico
- comprende ma non parla autonomamente
- comprende domande a risposta chiusa
- comprende semplici consegne
- produce espressioni di una sola parola
(o poco più) MIO BENE POSSO BAGNO NO
CAPISCE
viene
riconosciuta come FASE DELLA PRIMA COMUNICAZIONE
PROPORRE ATTIVITA DI
INTERAZIONE E COMUNICATIVE SOPRATTUTTO IN FORMA ORALE
LIVELLO
2 competenza nella comprensione e nella produzione di frasi
- comprende e produce frasi semplici
- comprende e produce domande a risposta
chiusa
Si riconosce la
FASE DELLA NARRAZIONE
Sarà
importante PROPORRE ATTIVITA DI COMPRENSIONE E DI PRODUZIONE STRUTTURATE, INTRODURRE
UN LAVORO PIU SISTEMATICO SULLA LINGUA SCRITTA
- produce frasi con complementi
- produce frasi subordinate
- formula e risponde a domande aperte
- produce enunciati complessi
FASE DELLINTEGRAZIONE
PROPORRE PERCORSI INDIVIDUALIZZATI
DI STUDIO E APPROCCIO ALLE DISCIPLINE IN MODO GRADUALE, A PARTIRE DALLE CONOSCENZE
PREGRESSE ANCHE NEL PAESE DORIGINE
FASE 2
Rilevamento delle competenze nella
L2
|
§ Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:
Un giorno in clase è arrivato
Karim. La scuola di
fronte a nuovi bisogni didattici Graziella
favaro, pagg. 11-20
§ Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:
Che cosa significa apprendere e insegnare una seconda
lingua? Gabriele Pallotti, pagg.
49-75 e Il rapporto tra lingua materna e lingua seconda, pagg. 75-80
§ SCHEDA DI RILEVAZIONE DEL COMPORTAMENTO LINGUISTICO E RELAZIONALE
ad uso degli insegnanti che hanno bambini stranieri in classe Francesca Della Puppa scaricabile dal sito
di Alias
§ PROVE DI INGRESSO PER RILEVARE LE COMPETENZE IN ITALIANO - PER
BAMBINI E PER ADOLESCENTI/ADULTI - GRAZIELLA FAVARO
F A S E 3
Progettazione del percorso di apprendimentoin classe e nel laboratorio |
LINGUA DELLA COMUNICAZIONE
Creare situazioni in cui sia favorito lapproccio
PER
Stabilire il contatto
Superare le barriere comunicative
iniziali
e la fase del silenzio
Esprimere bisogni e richieste
Capire
ordini e indicazioni
FASI DI APPRENDIMENTO
1. ASCOLTO
E PARLATO 2. LEGGERE E
SCRIVERE
(per passare da testi e messaggi di tipo personale, a testi di
tipo informativo-narrativo)
QUALI ATTENZIONI DIDATTICHE?
v LACCOGLIENZA E LA FIDUCIA DEL DOCENTE NEL PERCORSO DI
APPRENDIMENTO SONO FONDAMENTALI
v NON BASTA LACCETTAZIONE: E NECESSARIO ANCHE
STRUTTURARE LA LEZIONE ED AVERE ATTENZIONE ALLE MODALITA COMUNICATIVE
v E IMPORTANTE CHE TUTTI I DOCENTI SI SENTANO COINVOLTI NEL
PROCESSO DI APPRENDIMENTO DEGLI ALUNNI STRANIERI
ORGANIZZAZIONE DELLA LEZIONE
Momenti di attenzione lessicale e
comunicativa
Sviluppare
forme di cooperative learning durante il lavoro in classe
1.
Parlare in modo rallentato,
accentuando le parole chiave
2.
Usare enunciati brevi, con
struttura
SVO (sogg., verbo, oggetto)
3.
Usare termini lessicali
ad alta frequenza (nomi, verbi)
4.
Chiedere conferma che si stia
seguendo o capendo il ns. messaggio
(lalunno vede che lins. tiene conto
della sua presenza in classe)
5.
Ripetizione del lessico e dei
concetti presentati (ridondanza)
v MATERIALI
ADEGUATI AL CONTESTO COMUNICATIVO-DIDATTICO
Manuali
Materiale grigio
Sussidi audio- video- informatici diversificati
Progettazione del percorso di apprendimentoin classe e nel laboratorio |
LINGUA DELLO STUDIO
si apprende la lingua astratta delle discipline
E UN SALTO QUALITATIVO MOLTO IMPORTANTE
VA FORTEMENTE AIUTATO, SOSTENUTO, ACCOMPAGNATO
RICHIEDE TEMPI LUNGHI E INTERVENTI DIDATTICI MIRATI
(max 5-7 anni)
Per apprendere una disciplina occorre: - aver acquisito la capacità di RAGIONARE in L2 il possesso del linguaggio
specifico |
QUI SI GIOCA IL SUCCESSO SCOLASTICO
SUI TESTI
SUI PROCESSI COGNITIVI
PRESTARE ATTENZIONE A
AMPLIAMENTO DEL LESSICOAllalunno straniero viene
chiesto di recuperare ciò che i coetanei autoctoni hanno sviluppato in anni |
È un aspetto cognitivo legato
allapprendimento del processo della scrittura |
COMPRENSIBILITADEI TESTI SCRITTI Come renderli comprensibili |
|
||
|
Un alunno straniero può parlare un italiano fluente ma
avere grossi limiti nel pensiero alfabetizzato
se ha avuto unalfabetizzazione parziale o
superficiale |
|
Sarà opportuno, durante la fase
dellapprendimento della lingua dello studio, semplificare i testi delle lezioni da
studiare ed incoraggiare il confronto con i testi in lingua dorigine, anche con
laiuto del Mediatore Linguistico Culturale
FASE 3
Progettazione del
percorso di apprendimento in classe e in laboratorio
§ Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:
Chi insegna litaliano L2: modalità diverse di
organizzazione delle scuole Graziella Favaro,
pagg. 36-37
§ Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:
Diversi
tipi di educazione linguistica GABRIELE PALLOTTI, pagg. 84-86
§ Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:
Approcci
metodologici diversi GRAZIELLA FAVARO, pag.93-102
§ Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:
Un
metodo composito GRAZIELLA FAVARO, pagg. 104-110 e Come leggere i progressi in
L2, pagg. 111-119
§ ESEMPI DA CUI SI POSSONO RICAVARE IDEE PER REGISTRI PERSONALI
DEGLI ALUNNI STRANIERI
§ ESEMPI DI ADATTAMENTO DEI PROGRAMMI PER OBIETTIVI MINIMI
F A S E 4
§ PIU UNA FRASE E LUNGA E PIU E DI DIFFICILE
COMPRENSIONE
§ LA SEMPLIFICAZIONE E UNO STRUMENTO PER AVVICINARE L
ALUNNO ALLA MATERIA DI STUDIO E AL MANUALE
1. le informazioni sono ordinate in senso
logico e cronologico
2. le frasi sono brevi (20-25) e gli
articoli non superano in media le 100 parole
3. si usano quasi esclusivamente frasi
coordinate
4. nella scelta delle parole si utilizza
solo il vocabolario di base e si fornisce la spiegazione delle parole che rientrano in
esso
5. le parole chiave vengono ripetute,
evitando i sinonimi e facendo un uso molto limitato dei pronomi
6. nella costruzione sintattica della
frase si rispetta lordine SVO (sogg., verbo, oggetto)
7. i verbi vengono per lo più usati nei
modi finiti e nella forma attiva
8. si evitano le personificazioni, ad es.
il Senato diventa i Senatori
9. non si usano le forme impersonali
10.
il titolo e le immagini sono usati come rinforzo
per la comprensione del testo
(équipe del prof. Tullio De Mauro -
Università La Sapienza, Roma)
N O R M A L M E N T E I
N U S O
P E R L E D I S C I P L I N E
COME FARE? |
ATTENZIONE A:
§
SCELTE LESSICALI: le parole
sconosciute/difficili che risultano inessenziali potranno essere cassate col correttore e
sostituite con termini sinonimici più semplici scritti a mano
§
SCELTE SINTATTICHE: frasi costruite in modo
troppo complesso possono essere cerchiate e riformulate a margine (oppure
cassate col correttore e riscritte)
§
Incisi superflui possono essere eliminati
§
CONTENUTO INFORMATIVO: i passi che rinviano
ad elementi o nessi impliciti possono essere segnalati a margine e gli opportuni raccordi
possono essere esplicitati a pie pagina
§
STRUTTURA INFORMATIVA: le informazioni che
si ritengono superflue possono essere cassate, viceversa quelle che si ritengono rilevanti
possono essere evidenziate con sottolineature
§
STRUTTURA ARCHITETTONICA: la gerarchia di
connessioni tra le informazioni basilari del testo può essere evidenziata allegando un
sintetico schema grafico strutturato per parole chiave e linee di collegamento (da Baldacci M., 1993, Listruzione individualizzata, Firenze,
La Nuova Italia)
FASE 4
La semplificazione dei
testi |
§ ESEMPI DI TESTI SEMPLIFICATI (DALLA
collana KOINE DELLA MURSIA DAL CENTRO
COME DALLIPRASE DI TRENTO - DA MATERIALE
PRODOTTO DALLE SCUOLE
)
§ VARIO MATERIALE DIDATTICO IN VERTICALE, PER ESERCITARSI SULLA
SEMPLIFICAZIONE DEI TESTI
§ Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:
Come sviluppare le abilità di lettura e comprensione dei
testi in L2 PAOLA ELLERO, pagg. 126-134
LE METODOLOGIE DI
INSEGNAMENTO E DI APPRENDIMENTO |
UTILIZZARE UN APPROCCIO METODOLOGICO INTEGRATO
con tecniche di insegnamento e di apprendimento diversificate
LA LEZIONE FRONTALE FACILITATA
IL
TUTORING
FASE 5
Le metodologie di
insegnamento e di apprendimento |
§ Lettura da Favaro, op. cit., 1999 Milano:
Se faccio capisco
indicazioni e
suggerimenti a partire da unesperienza didattica ANGELA MASTROMARCO, pagg.
137-156
e
Insegnare
litaliano agli alunni cinesi. Lesperienza della scuola media
Panzini di Milano PAOLA RUSSOMANDO, pagg. 156-170
§ DISCUSSIONE E CONFRONTO SUI DIVERSI APPROCCI METODOLOGICI PER
FAVORIRE LAPPRENDIMENTO INDIVIDUALIZZATO, ADOTTATI DAI DOCENTI DEL GRUPPO: SUCCESSI
E NODI CRITICI
La
valutazione
Mumble mumble: ho fatto
lo screening iniziale, |
I PROGRAMMI
NELLA NORMALITA DELLA CLASSE
IN BASE A QUESTI PROGRAMMI,
CLASSI SEPARATE, NO ALLE PROVE
NON SECONDO LO STANDARD
DIFFERENZIATE
DELLA CLASSE
Quindi, per un periodo congruo,
SI ALLA GRADUALITA DELLE PROVE
SI ALLA RIDUZIONE DEGLI OBIETTIVI
SI ALLA DILUIZIONE DEI TEMPI
SI ALLA RIDUZIONE DEI CONTENUTI
(meglio poche cose, ma
dette in un italiano elaborato personalmente)
FASE 6
La valutazione |
ALUNNI STRANIERI: COME
ORIENTARSI NELLA VALUTAZIONE?
Proposte ed
individuazione di criteri nella scuola di base.
Il gruppo di lavoro della
RETE "integrazione alunni stranieri"
di Treviso si è confrontato sul tema della valutazione e propone all'attenzione dei
Dirigenti Scolastici e dei Docenti delle scuole che vi aderiscono un documento di sintesi,
allo scopo di fornire un supporto orientativo.
Gli operatori della
scuola sono consapevoli che quanto ricavato dalla normativa costituisce una risorsa. La
lettura del documento nelle scuole e il dibattito può rappresentare una forma di
condivisione di criteri e strumenti.
I principali riferimenti normativi.
C.M. 08/09/89 n.°
301 programmazione |
La programmazione
didattica è fattore determinante nelle attività di insegnamento. Ove nella classe siano
presenti alunni appartenenti a diversa
etnia, la programmazione didattica generale sarà integrata con progetti specifici che
disegnino percorsi individuali di apprendimento, definiti sulla base delle
condizioni di partenza e degli obiettivi che si ritiene possano essere conseguiti da
ciascuno di quegli alunni. |
C.M. 26/07/90 n.°
205 strategie |
Si impiegheranno pertanto
le opportune strategie (es. formazione di gruppi, laboratori) e le risorse disponibili per
colmare quel divario (cfr. supra= insufficiente
padronanza della lingua italiana) con interventi
specifici di consolidamento linguistico, in un clima di apertura interculturale. |
C.M. 2/03/94 n.°
73 la qualità del progetto la valutazione |
L'insegnamento
linguistico, peraltro, richiede una progettazione didattica specifica in relazione
alle singole situazioni di bilinguismo nel contesto dei programmi di educazione
linguistica rivolti alla totalità degli alunni. Anche il nuovo sistema
di valutazione della scuola elementare rivolge particolare attenzione agli interventi
individualizzati i quali debbono incidere positivamente sulle condizioni che possono
favorire o facilitare i processi di apprendimento adeguati per tutti gli alunni (O.M.
2.08.93 n.° 236). Per la scuola media, ' scuola di tutti e di ciascuno', valgono le
indicazioni sulla individualizzazione degli itinerari di apprendimento presenti
nella Premessa generale dei programmi di insegnamento e sulla possibilità di prevedere
(
) attività di integrazione. |
D.P.R.
394 31/08/99 art.45,4 offerta formativa e alunni stranieri |
Il collegio dei docenti
definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario
adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati
specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni per facilitare
l'apprendimento della lingua italiana (
). Il
consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere
realizzata altresì mediante l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla
base di specifici progetti, anche nell'ambito delle attività aggiuntive di insegnamento
per l'arricchimento dell'offerta formativa. |
valutazione RETE
Sulla
base di quanto programmato, nella VALUTAZIONE:
i
team e
i
consigli di classe considerano4 |
· la SITUAZIONE di PARTENZA ·
le
OSSERVAZIONI SISTEMATICHE sull'alunno operate dagli insegnanti di classe (scuola elementare) · i
giudizi analitici per disciplina e le valutazioni espresse nel corso dell'anno sul LIVELLO
GLOBALE di MATURAZIONE, con riguardo anche ad attitudini e capacità dimostrate (scuola
media) · la
VERIFICA dei PROGRESSI OTTENUTI rispetto alla situazione di partenza · il
CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI MINIMI PREVISTI DALLA PROGRAMMAZIONE INDIVIDUALIZZATA. |
In
riferimento alla definizione dei criteri delle prove
d'esame di licenza media e per la conduzione del colloquio relativamente ad alunni stranieri
destinatari di percorsi di apprendimento individualizzati:
il
collegio dei
docenti propone di 4 |
· indicare
criteri di valutazione delle prove coerenti con gli obiettivi minimi fissati nelle
programmazioni individualizzate · somministrare
prove ad incremento progressivo di difficoltà · condurre
il colloquio d'esame tenendo conto del percorso svolto in attività di laboratorio
linguistico, progetti specifici di facilitazione dell'apprendimento e ogni altra attività
integrativa del curricolo. |
valutazione RETE
23/05/02
Sulla
base di quanto previsto dall'O.M. n.° 90 del 21/05/2001, la cui validità è stata
ribadita dalla O.M. n.° 56 del 23/05/2002,
i
consigli di classe prendono in considerazione i seguenti aspetti 6
· il
giudizio finale tiene conto dei giudizi analitici per disciplina e delle valutazioni
espresse nel corso dell'anno sul livello globale di maturazione, con riguardo anche alle
capacità e attitudini dimostrate (art.9,
3)
· è
data facoltà di formulare tracce diverse per ciascuna
classe terza, su proposta motivata dei rispettivi professori ed approvata dalla
commissione nella seduta preliminare (art.9,31)
· inoltre
i consigli di classe sono tenuti a considerare l'indispensabile coerenza tra l'itinerario
didattico percorso e lo sbocco finale nell'esame di licenza (art.11,1)
·
gli
esami di idoneità e di licenza di scuola
media non sono validi se manchi anche una sola delle prove scritte o il colloquio
pluridisciplinare. Negli esami di idoneità o di licenza media le prove scritte non hanno
carattere eliminatorio rispetto alle prove orali (art.
11,5).
Si
rammenta in questo contesto quanto stabilito da J. CUMMINS e ripreso nei suoi studi da G.
FAVARO: l'alunno non italofono impiega fino a due anni per superare le difficoltà legate
alla lingua per la comunicazione interpersonale (BICS=Basic Interpersonal Communications
Skills, abilità comunicative interpersonali di base) mentre l'apprendimento della lingua
accademica dello studio e dei concetti
richiederebbe fino a 5 anni (CALP= Cognitive Academic Language Proficiency= abilità
linguistica cognitivo-accademica).
Cfr. AA.VV.,
Imparare l'italiano, imparare in italiano, a cura di G. Favaro, Milano, Guerini ed, 1999,
p. 27 sgg.
valutazione RETE
23/05/02
UN RINGRAZIAMENTO ALLA RETE "integrazione alunni stranieri" di Treviso PER AVER CONCESSO LA RIPRODUZIONE DEL MATERIALE
[1] Per i lavori di gruppo, tra
le numerose pubblicazioni a disposizione, si è scelto di citare, per comodità
duso, un unico testo Imparare
litaliano imparare in italiano a cura di Graziella Favaro, AA.VV., Come
Guerini e associati, 1999 Milano che per lampio ventaglio di tematiche
affrontate, ben si presta allobiettivo. Le altre fonti consigliate sono facilmente
reperibili, a volte già in uso nelle stesse scuole.